PARIGI, CHI SEMINA IL TERRORE?
Gli attacchi terroristici coordinati del 13 novembre a Parigi, rivendicati dal gruppo Stato Islamico, che hanno causato 129 vittime, avevano un duplice obiettivo: il primo, manifesto, colpire al cuore uno Stato interventista come la Francia, per dare un monito alla Comunità Internazionale impegnata nei raid in Siria contro l’ IS: gli attentatori hanno potuto agire indisturbati, raggiungendo agevolmente i punti nevralgici della città nella totale assenza dei servizi segreti francesi, pur allertati il giorno prima dall’ intelligence irachena.
Il secondo obiettivo è stato l’ annullamento della visita del Presidente iraniano Hassan Rohani in Europa, in particolare in Italia, Vaticano e Francia, rinviata “ad un periodo più opportuno”. Si può ragionevolmente ritenere che gli attentati di Parigi siano stati ordinati non a caso alla vigilia di un importante appuntamento diplomatico, causando il rinvio di un’ importante e storicamente significativa visita diplomatica del Presidente iraniano; infatti, all’ indomani dell’ accordo sul programma nucleare, e l’ abolizione delle sanzioni, l’ Iran di Hassan Rohani, quindi l’ Islam sciita, riprende un ruolo da protagonista nello scacchiere internazionale ed europeo, per la contrarietà dell’ Arabia Saudita e di Israele, nemici giurati dell’ Iran. Chi semina il terrore?