UNA DICHIARAZIONE POCO UNIVERSALE

Il 10 dicembre del 1948 veniva approvata dalla terza Assemblea Generale delle Nazioni Unite la “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, che evidenziava i diritti inalienabili ed inviolabili di ogni essere umano in quanto tale, da rispettare e tutelare in ogni angolo del mondo. La prospettiva, in quel tempo, era quella di un ampliamento degli Stati membri e pertanto di una maggiore condivisione e diffusione di quelle tutele giuridiche essenziali ed inviolabili. Nei successivi 70 anni abbiamo assistito ad una erosione di quelle tutele, culminate in diversi Stati aderenti con  l’ adozione di sistemi normativi capaci di affievolire il senso e la ratio dei diritti umani così come dichiarati nella Carta, e negli Stati non aderenti con un’ aperta ostilità nei confronti dei fondativi principi di uguaglianza e libertà. Con il conseguente venir meno della fondamentale caratteristica di quella carta: l’ universalità. Ne è la prova l’ atteggiamento di recenti governi di matrice populista e sovranista che, ritenendo la legge un fatto particolare del proprio Stato, hanno di fatto compresso i diritti umani per reprimere il fenomeno migratorio (di recente in Italia, il decreto Salvini). E’ urgente riaffermare l’ universalità dei contenuti della Carta, rimettendo l’ Uomo al centro di tutto. E lottare senza tregua, oggi più che mai, per la tutela dei diritti umani, in ogni angolo del mondo. Ce la faremo.