MORIRE DA SCHIAVO
La Corte d’ Assise di Lecce, con sentenza 24.11.22 ha affermato la penale responsabilità di Mariano Giuseppe, imprenditore agricolo salentino, e di Mohamed Elsalih, mediatore interculturale sudanese, per i reati di omicidio colposo e riduzione in schiavitu’, in merito alla morte del bracciante agricolo sudanese Abdullah Mohamed, condannandoli complessivamente alla pena di anni 14 e mesi 6 di reclusione, oltre al risarcimento dei danni e delle spese legali delle costituite parti civili, tra cui CIDU APS, Presidente l’ Avv. Cosimo Castrignanò.
Il cittadino straniero sudanese morì nelle campagne del Salento il 20.07.15, all’ età di 47 anni, mentre raccoglieva pomodori sotto il sole cocente. Abdullah, sposato e padre di due figli, lavorava senza un contratto e senza garanzie sanitarie. Nel giorno della sua morte, la temperatura sfiorava i 40 gradi e avrebbe dovuto sconsigliare a chiunque il lavoro nei campi, ed invece il bracciante sudanese fu cinicamente mandato al lavoro senza la minima protezione. L’uomo era malato, il giorno della morte aveva febbre alta e polmonite virale, ma nessuno aveva riscontrato le sue patologie perché non era mai stato sottoposto a una visita medica, come ha accertato il medico legale. CIDU APS esprime profonda soddisfazione per una sentenza che rende piena giustizia ad un uomo fuggito dal suo Paese per una vita migliore e morto da schiavo in una terra che non ha saputo nè accoglierlo, nè tutelarlo.