PERSECUZIONE SENZA FINE PER I BERBERI DI GHARDAIA
A Ghardaia, in Algeria, sono ripresi gli scontri tra la maggioranza degli arabi Chaambi e la minoranza dei berberi Mozabiti. La rivalità tra i due gruppi risale agli anni ’60, quando il governo algerino ha autorizzato i berberi beduini a stabilirsi nella città algerina di Ghardaia, sul bordo settentrionale del Sahara. L’ultimo tragico bilancio è di almeno 25 morti e un centinaio di feriti in un’escalation di violenza e di persecuzione che avviene nel silenzio dei media e nell’ indifferenza della comunità internazionale. Ma oltre alla persecuzione etnica, aleggia sullo sfondo del dissidio la matrice religiosa, che vedrebbe contrapposta la maggioranza araba malikita, alla minoranza berbera ibadita.
Il ministro algerino degli Affari e dei Beni Religiosi, Bouabdallah Gholamallah, si è affrettato a smentire predetta ipotesi dichiarando che non esiste “alcun problema tra ibaditi e malikiti”. Gli ibaditi sono i berberi seguaci di una corrente islamica che costituisce una “terza via” tra sunniti e sciiti, mentre i malikiti sono invece i musulmani sunniti che seguono gli insegnamenti della scuola giuridico-religiosa fondata da Malik ibn Anas nel 796 d.C. CIDU APS chiede alla comunità internazionale di intraprendere ogni azioni politica e diplomatica per tutelare la minoranza berbera di Ghardaia e far cessare definitivamente ogni forma di discriminazione e persecuzione etnica e religiosa.